2. Scalata Sociale e nobiltà ebraica
Fig. 4
Note
- 1Una prima emancipazione in Italia avvenne in seguito alle guerre napoleoniche. La legge francese per l’emancipazione fu ratificata nel 1791 e diventò operativa in tutti i territori conquistati dai francesi. Dopo il 1815, la Restaurazione degli antichi stati “eliminò gli effetti della prima parificazione degli ebrei in Italia e ristabilì la situazione esistente nel 1796”: Franco Della Peruta, Gli ebrei nel Risorgimento fra interdizioni ed emancipazione, in Corrado Vivanti (a cura di), Storia d’Italia, Annali 11 – Gli ebrei in Italia dall’emancipazione ad oggi, Torino, Einaudi, 1997, pp. 1135–1139.
- 2Si parla di politica napoleonica ‘dell’amalgama’ per cui, una volta costituito l’Impero, fu creato un entourage di corte dove convissero parte dell’antica aristocrazia con i rappresentanti dei ceti emergenti.
- 3Bischoffsheim, Levi Montefiore, Levy, de Morpurgo, Warshawsky, Camondo, Pereire, de Rothschild, Reinach, per semplicità si rimanda agli alberi genealogici e ai profili biografici in: Alice S. Legé, Les Cahen d’Anvers, op. cit., Vol. II, pp. 253–264.
- 4Spartali, Bertinoro, Sampieri, De Ricci, Gourgaud du Taillis, De Forceville, Denfert-Rochereau, Dubonnet, De Faucigny Lucinge, Townshend. Per James McAuley la storia delle conversioni delle donne della famiglia Cahen d’Anvers “è un microcosmo quasi perfetto di questa più ampia trasformazione sociale”, James McAuley, The house of fragile things. Jewish Art Collectors and the Fall of France, New Haven, Yale University Press, 2021, p. 42. Sulla questione dei matrimoni misti della famiglia si veda anche: Laure Stasi, Martine de Béhague: comtesse de Béarn (1870–1939): le mécène oublié, Paris, Emilewen’éditions, 2021, p. 41.
- 5Herbert Roger Lottman, I Rothschild, op. cit., p. 20.
- 6“Cahen d’Anvers (Joseph Mayer de) […] Comte par bref de Pie IX”, Dominique Labarre de Raillicourt, Les comtes du Pape en France (XVIe–XXe siècles); premier recueil des comtes pontificaux, palatins, romains, civils et ecclésiastiques, Paris, Chez l’auteur, 1965, Tomo I, pp. 20–22. Sulla questione si vedano: Alessio Mancini, I Cahen, op. cit.; Paolo Pellegrini, Ebrei a Orvieto: i Cahen, in Alessio Mancini, I Cahen, storia di una famiglia, presentazione di Luciana Brunelli, Intermedia Edizioni, Orvieto 2011, in Diomede n. 19, Perugia, anno VII, gennaio–agosto 2012; Alice S. Legé, Les Cahen d’Anvers, op. cit., vol. 1, p. 31.
- 7Pierre Assouline, Le dernier des Camondo, Paris, Gallimard, 2022, p. 173.
- 8Se in Piemonte le condizioni degli ebrei non furono felici durante la Restaurazione, nondimeno, nella prima metà del secolo, cambiò l’atteggiamento dei Savoia. La definitiva equiparazione degli ebrei agli altri cittadini si realizzò con gli statuti di Carlo Alberto del 1848, si veda: Franco Della Peruta, Gli ebrei nel Risorgimento, op. cit., pp. 1166–1167. Per l’emancipazione le comunità ebraiche avevano potuto contare sulla creazione di un Comitato piemontese, presieduto dal fratello di Massimo d’Azeglio, il conte Roberto D’Azeglio, e appoggiato da Vincenzo Gioberti e da Cavour, il cui segretario, Isacco Artom, era di religione ebraica, così come altri suoi collaboratori,
- 9Presso la Consulta araldica, il fascicolo di Joseph Meyer identifica due speciali benemerenze: una donazione di 16.000 lire al costituendo Istituto nazionale per le figlie dei militari italiani e un’altra di 30.000 lire all’Ospedale oftalmico e infantile di Torino, beneficiario, insieme all’Ospedale mauriziano, di molte delle elargizioni nobilitanti di quegli anni.
- 10.Non solo in Italia, ma anche in Belgio. La creazione di nuove entità nazionali comportava nuove infrastrutture: “la finanza moderna […] nacque ancor prima delle industrie al cui sviluppo avrebbe dato un contributo tanto rilevante. I primi clienti importanti delle banche non furono singoli uomini d’affari, ma le nazioni”, Herbert Roger Lottman, I Rothschild, op. cit., p. 19. Sul ruolo dei capitali stranieri in Italia nel periodo storico considerato si vedano: Alessandro Polsi, Alle origini del capitalismo italiano. Stato, banche e banchieri dopo l’Unità, Torino, Einaudi, 1993, pp. 267–274; Bertrand Gille, Les investissements Français en Italie (1815–1914), in Archivio storico dell’unificazione italiana, serie II, vol. XVI, 1968; Jean Bouvier, Les interventions bancaires françaises dans quelques “grandes affaires” financières de l’unité italienne 1863–1870, in Annali Istituto Giangiacomo Feltrinelli, (IV), 1961.
- 11I Reinach ricevettero il titolo nobiliare nel 1866 e nel 1867 Abraham Salomon Camondo (1781–1873) fu nominato conte. Nobilitazioni simili avvennero anche nel mondo germanico: Joseph Günzburg fu nominato infatti barone dal granduca di Hesse-Darmstadt nel 1871. Casa Savoia concesse quarantadue titoli a uomini di origine ebraica, la metà delle concessioni avvenne tra il 1855 e il 1877. I dati statistici illustrati da Paolo Pellegrini nella sua comunicazione Formazione, ruolo e simboli della nobiltà ebraica in Italia (presentata durante il convegno I Cahen d’Anvers a Torre Alfina. I giardini del castello e il bosco del Sasseto: l’eccellenza italiana di Henri e Achille Duchêne, Torre Alfina, Château Cahen d’Anvers, 13–14 aprile 2018) confermano l’importanza del contributo ebraico all’Unità. Si vedano inoltre: Paolo Pellegrini, Ebrei nobilitati e conversioni nell’Italia dell’Ottocento e del primo Novecento, in Materia Giudaica, XIX, 2014, pp. 267–289; Paolo Pellegrini, Aristocrazia ebraica in Italia. Le nobilitazioni dall’età napoleonica al Novecento, tesi di dottorato diretta da Marina Caffiero, Università La Sapienza, Roma, 2015; Paolo Pellegrini, Uscire dal ghetto, ritornare nel ghetto. Le resistenze alle nobilitazioni di ebrei in Italia dopo l’emancipazione, in Rivista di Storia del cristianesimo, 14 (1/2017).
- 12Vittorio Spreti, Enciclopedia Storico-nobiliare italiana. Famiglie nobili titolate e viventi riconosciute dal Regio Governo d’Italia, Vol. II, Milano, Forni, 1931, p. 237. Negli anni precedenti Edoardo aveva chiesto e ottenuto anche altri titoli: Commendatore della Corona d’Italia nel 1880, Ufficiale dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro nel 1881, Paolo Pellegrini, Ebrei a Orvieto, op. cit.
- 13Alice S. Legé, Les Cahen d’Anvers, op. cit., vol. 1, p. 54.
- 14“Teofilo-Rodolfo di Eduardo, di Giuseppe Meyer (Belgio). Marchese di Torre Alfina. Conte Hugo, di Eduardo, di Giuseppe Meyer (Belgio) nobile dei marchesi di Torre Alfina”, Elenco ufficiale della Nobiltà italiana, supplementi per gli anni 1934–36, Roma, Officine dell’Istituto Poligrafico dello Stato, 1934, p. 155.
- 15“Edouard fut créé marquis de Torre Alfina par le roi Humbert Ier d’Italie le 8 mars 1885 à titre héréditaire et transmissible d’où les Cahen italiens”: Dominique Labarre de Raillicourt, Les comtes du Pape, op. cit., Tomo I, 1965, pp. 20–22. Un dizionario dei nomi francesi associa i due rami anche dopo la nomina marchionale del ramo italiano: “Cahen d’Anvers, comtes en Italie, marquis de Torre Alfina”: Pierre Blanche, Dictionnaire et armorial, op. cit., p. 46.
- 16“En France, les descendants de Joseph traités ici furent autorisés par décret du 21 août 1923 à changer leur nom ‘de Cahen’ en ‘Cahen d’Anvers’ ”, Dominique Labarre de Raillicourt, Les comtes du Pape, op. cit., Tomo I, 1965, pp. 20–22. In definitiva furono almeno sei le varianti del cognome: Cahen; de Cahen; Cahen d’Anvers; Cahen d’Anversa; Cohen of Antwerp; Cahen di Torre Alfina.