29. Il ritorno a Parigi e la passione per i viaggi

Il trasferimento nella capitale francese non fu traumatico: tra il matrimonio e la vendita della Villa, Hugo e Ida avevano infatti passato molto più tempo a Parigi che non a Roma. Grazie allo spoglio dei quotidiani a cui erano abbonati1Le Figaro e Le Gaulois. è possibile seguire gli spostamenti della coppia, o della sola Ida, dal 1906 al 1937. Quando non stavano a Parigi o ad Allerona (fino al 1920) si trasferivano nelle località vacanziere del tempo in mare e montagna: Bad Ischl; Birchington on sea; Carlsbad; Corfù; Évian-les-Bains; Ischl; Isole Brioni, Madonna di Campiglio; Montecarlo; Ostenda; Salsomaggiore; Solda; Stelvio; Taormina. Ma anche nelle città: Atene; Bolzano; Palermo; Vienna; Zurigo, per terminare nel 1937 con Londra. I quotidiani parigini confermano anche le frequentazioni con i parenti ‘francesi’. Hugo e Teofilo-Rodolfo ospitavano infatti la zia Luisa ed erano a loro volta ospiti a Champs sur Marne. Teofilo-Rodolfo a Parigi fu segretario, consigliere e attaché dell’ambasciata italiana dal 1893 al 19092Venne ricordato nei periodici francesi per la sua simpatia e, al pari dello zio Albert, per le sue opere musicali.. Hugo e Ida si stabilirono al numero 10 di avenue Alphand, Parigi sembrava piena di promesse: nominato Cavaliere della Legion d’Onore nel 1928, continuò ad abitare un ambiente italofilo, vicino all’ambasciata. La moglie Ida gestiva un salotto ed accoglieva regolarmente la moglie del futuro ambasciatore Emmanuel Peretti della Rocca (1870–1958). Tra i loro ospiti c’erano anche l’ambasciatore americano Myron T. Herrick (1854–1929) e la marchesa de Casa Maury (1898–1986), amante del principe di Galles, Edoardo VIII d’Inghilterra.

La passione per i viaggi di Hugo si rifletteva anche nella sua precoce appartenenza all’Aéro-Club e al Touring Club di Francia, così come nella sua partecipazione ad alcune spedizioni insolite: nel 1909 fu Hugo ad accompagnare l’aeronauta Jules Dubois nei suoi primi tentativi di battere il record mondiale di volo in mongolfiera3Ascensions au parc de l’Aéro-Club de France, in L’Aréophile, XVII, 1909, p. 381.. Nel 1935, visitò l’Algeria e Marocco, compiendo un’interessante campagna fotografica, frutto di un viaggio di seimila chilometri attraverso il Sahara4Edmond Chaix, À travers l’Algérie, le Sahara et le Maroc, in La Revue du Touring Club de France, CDLXXXIX, août 1935, pp. 261–267.. Due anni dopo, nel 1937, si spinse ancora più lontano. Con una carovana di dodici turisti, per lo più di origine belga, Hugo partì per il Congo e l’Africa equatoriale francese, toccando la città di Bangui, oggi capitale della Repubblica Centrafricana5Départs pour le Congo belge, in Les Annales coloniales, 22 janvier 1937, p. 2..

Non si hanno più notizie di Ida Bertinoro dopo il 1937 e negli anni Quaranta, messo in pericolo dagli orrori della guerra e dalle sue origini ebraiche, Hugo trovò rifugio nella zona franca di Nizza. Passata la guerra, nel 1952 soggiornò a Shangai, per tornare a Nizza dove morì il 24 gennaio 19566Acte de décès n. 302, in Nice, Archives de la Ville de Nice, État civil.. Le sue ceneri furono deposte nel cimitero di Saint-Georges a Ginevra, accanto a quelle di suo fratello7Che, malgrado l’appoggio al regime fascista, ebbe molte difficoltà dopo l’emanazione delle leggi razziali, Paolo Pellegrini, Ebrei a Orvieto, op. cit.; Gian Piero Jacobelli, Il cavallo scosso, op. cit., pp. 119–139 e, più tardi, a quelle del figlio adottivo (e forse compagno) di quest’ultimo, Urbain Papilloud (1895–1987).

Note

  • 1
    Le Figaro e Le Gaulois.
  • 2
    Venne ricordato nei periodici francesi per la sua simpatia e, al pari dello zio Albert, per le sue opere musicali.
  • 3
    Ascensions au parc de l’Aéro-Club de France, in L’Aréophile, XVII, 1909, p. 381.
  • 4
    Edmond Chaix, À travers l’Algérie, le Sahara et le Maroc, in La Revue du Touring Club de France, CDLXXXIX, août 1935, pp. 261–267.
  • 5
    Départs pour le Congo belge, in Les Annales coloniales, 22 janvier 1937, p. 2.
  • 6
    Acte de décès n. 302, in Nice, Archives de la Ville de Nice, État civil.
  • 7
    Che, malgrado l’appoggio al regime fascista, ebbe molte difficoltà dopo l’emanazione delle leggi razziali, Paolo Pellegrini, Ebrei a Orvieto, op. cit.; Gian Piero Jacobelli, Il cavallo scosso, op. cit., pp. 119–139