22. I giardini giapponesi privati nel Regno Unito e negli Stati Uniti

Fig. 50 – Una veduta d’epoca del giardino giapponese a Gunnersbury Park.
Rimaniamo in casa Rothschild per il giardino di Gunnersbury (fig. 50), ad ovest di Londra, inaugurato nel 1901 da un membro del ramo inglese della famiglia1Il fondatore del ramo inglese dei Rothschild era stato Nathan Mayer Roth- schild (1777–1836), fratello di James, il Grand Baron parigino. Le redini delle atti- vità familiari vennero prese da Lionel Nathan de Rothschild (1808–1879), primo Rothschild a diventare membro del Parlamento, il committente di Gunnersbury, Leopold de Rothschild, era figlio a sua volta di Lionel Nathan.: Leopold de Rothschild (1845–1917). L’origine di questo giardino è sicuramente singolare perché l’ispirazione non partì da un viaggio in Giappone, ma da una vacanza in Italia. Leopold visitò sul lago di Como Villa Melzi e vi trovò un giardino giapponese, di cui parleremo tra breve, che attirò la sua attenzione. Scatto delle foto al giardino Melzi e chiese al giardiniere James Hudson2Hudson era stato capo giardiniere a Champion Hill, passò alle dipendenze della famiglia Atkinson nel parco di Gunnersbury, col passaggio di quest’ultima proprietà ai Rothschild nel 1889 fu riconfermato nel suo ruolo da Leopold de Rothschild (1846–1932) di realizzargli un giardino giapponese nella tenuta che la famiglia aveva comprato in due fasi, intorno al 1830 e al 1889. In occasione dell’inaugurazione Leopold invitò l’ambasciatore giapponese Hayashi Tadasu (1850–1913) a cui fu chiesto un parere sulla riuscita del giardino, molto diplomaticamente Tadasu affermò: “È magnifico […] Non abbiamo niente di simile in Giappone”3Cecil Roth, The magnificent Rothschilds, New York, 1939, p. 211; Susan Bowden-Pickstock, Quiet Gardens: The Roots of Faith?, London, New York, Continuum, 2009, pp. 138 – 141; Charles Quest-Ritson, English Gardens: A Social History, London, Penguin, 2003, 203.. James Hudson scrisse nel 1907 un articolo in cui raccontava la genesi del giardino4James Hudson, A Japanese garden in England, in ‘Journal of the Royal Horti- cultural Society’, XXXII, 1907, pp. 1 – 10., i recinti, i cancelli, il ponte ed un padiglione estivo fatti col bambù, i sentieri con le pietre messe in opera “seguendo i giapponesi”, le lanterne di granito fatte venire dal Giappone. Da giardiniere Hudson pose molta importanza all’aspetto botanico, perché utilizzò più di novanta specie vegetali orientali per questo giardino.
Gunnersbury fu seguito negli anni da diversi altri giardini: al 1906 risale quello di Tully, vicino a Kildare in Irlanda, realizzato da William Hall Walker (1856–1933), primo Lord Wavertree, con la collaborazione del giardiniere Tassa Saburo Eida e di suo figlio Minoru5Jill Raggett, Shadowy Figures: Early Japanese Garden Designers In Britain And Ireland, in: Hugh Cortazzi (edited by), Britain and Japan: Biographical Portraits, Vol. VII, Folkestone, Kent, Global Oriental, 2010, pp. 501–513. Raggett ricorda anche Saumarez Park Guernsey, costruito intorno al 1890 da James St Vin- cent Saumarez (1843–1937), si veda inoltre Lionel Lambourne, Japonisme, op., pp. 187-201.. Nel 1907 Isabella “Ella” Robertson Christie (1861–1949), proprietaria terriera e viaggiatrice scozzese, visitò la Cina, la Corea e il Giappone. Si appassionò al mondo dei giardini e volle riprodurne uno nel suo castello di Cowden, coinvolgendo la progettista giapponese Taki Hand6Chiamata anche Taki proveniente da Nagoya7Il giardino fu mantenuto dal giardiniere Shinzaburo Matsuo (?-1937) e in seguito dai lavoratori dell’azienda collegata la castello, ma nel 1963 fu vandalizzato e gradualmente abbandonato. Sottoposto ad un lungo restauro è stato riaperto nel 2019.. Degno di nota è anche il bel giardino di Tatton park vicino a Knutsford, Cheshire, costruito da Alan de Tatton (1845–1920) dopo avere visitato l’esposizione Anglo-Giapponese del 1910 a Londra.
Un breve cenno agli Stati Uniti dove, nel 1889, il designer John Scott Bradstreet (1845–1914), dopo un viaggio in Giappone, decise anche lui di interessarsi ai giardini giapponesi e di impiantarne uno in Minnesota. Bradstreet incontrò Josiah Conder e nei viaggi successivi ebbe “l’opportunità di visitare alcuni dei giardini più famosi del Giappone sotto la guida del massimo esperto di lingua inglese in materia”8Sarah Sik, Water Lilies Among the Wheat Fields, John Scott Bradstreet’s Ja- panese Gardening in Minneapolis, in ‘Journal of Japonisme’ 1 (2016), 93-121.. Nel 1907 il giardiniere Takeo Shiota (1881–1943) arrivò poi negli Stati Uniti dove progettò il giardino contemporaneo denominato ‘Tea house’ nel Tuxedo Park vicino a New York9Al 1915 risale il giardino giapponese, sempre progettato da Shiota, nel giardino botanico di Brooklyn a sud del Brooklyn Nel 1913 infine un giardi- niere giapponese di nome Ikeda collaborò alla realizzazione del giardino Clemson realizzato nella cittadina di Middletown nello stato di New York, Clay Lancaster, The Japanese Influence in America, op. cit., p. 205; Lionel Lambourne, Japonisme, op. cit., pp. 187-201.

Fig. 51 – Una veduta d’epoca di Villa Melzi d’Eril.
Note
- 1Il fondatore del ramo inglese dei Rothschild era stato Nathan Mayer Roth- schild (1777–1836), fratello di James, il Grand Baron parigino. Le redini delle atti- vità familiari vennero prese da Lionel Nathan de Rothschild (1808–1879), primo Rothschild a diventare membro del Parlamento, il committente di Gunnersbury, Leopold de Rothschild, era figlio a sua volta di Lionel Nathan.
- 2Hudson era stato capo giardiniere a Champion Hill, passò alle dipendenze della famiglia Atkinson nel parco di Gunnersbury, col passaggio di quest’ultima proprietà ai Rothschild nel 1889 fu riconfermato nel suo ruolo da Leopold de Rothschild
- 3Cecil Roth, The magnificent Rothschilds, New York, 1939, p. 211; Susan Bowden-Pickstock, Quiet Gardens: The Roots of Faith?, London, New York, Continuum, 2009, pp. 138 – 141; Charles Quest-Ritson, English Gardens: A Social History, London, Penguin, 2003, 203.
- 4James Hudson, A Japanese garden in England, in ‘Journal of the Royal Horti- cultural Society’, XXXII, 1907, pp. 1 – 10.
- 5Jill Raggett, Shadowy Figures: Early Japanese Garden Designers In Britain And Ireland, in: Hugh Cortazzi (edited by), Britain and Japan: Biographical Portraits, Vol. VII, Folkestone, Kent, Global Oriental, 2010, pp. 501–513. Raggett ricorda anche Saumarez Park Guernsey, costruito intorno al 1890 da James St Vin- cent Saumarez (1843–1937), si veda inoltre Lionel Lambourne, Japonisme, op., pp. 187-201.
- 6Chiamata anche Taki
- 7Il giardino fu mantenuto dal giardiniere Shinzaburo Matsuo (?-1937) e in seguito dai lavoratori dell’azienda collegata la castello, ma nel 1963 fu vandalizzato e gradualmente abbandonato. Sottoposto ad un lungo restauro è stato riaperto nel 2019.
- 8Sarah Sik, Water Lilies Among the Wheat Fields, John Scott Bradstreet’s Ja- panese Gardening in Minneapolis, in ‘Journal of Japonisme’ 1 (2016), 93-121.
- 9Al 1915 risale il giardino giapponese, sempre progettato da Shiota, nel giardino botanico di Brooklyn a sud del Brooklyn Nel 1913 infine un giardi- niere giapponese di nome Ikeda collaborò alla realizzazione del giardino Clemson realizzato nella cittadina di Middletown nello stato di New York, Clay Lancaster, The Japanese Influence in America, op. cit., p. 205; Lionel Lambourne, Japonisme, op. cit., pp. 187-201