16. Lo ‘château’ di Champs sur Marne

Figg. 41-42 Lo château di Champs sur Marne.
Definito come “una delle residenze più sontuose di Francia”1Jean Vien, Par Mont set par Vaux, le Chateau de Champs, in ‘La photo pour tous: revue mensuelle de photographie et de Cinématographie d’Amateurs’, 13
année, n. 146, Février 1936, pp. 35-36. e “l’archetipo della residenza di svago, molto di moda tra l’aristo- crazia del XVIII secolo”2Jenny Lebard, Le Château de Champs à Champs sur Marne, presentazione nel convegno “Curating the Jewish Country House”, University of Oxford 05 & 06 March 2018. la dimora era stato costruita a partire dal 1699 da Pierre Bullet (1639–1716) e dal figlio Jean-Baptiste Bullet de Chamblain (1665–1726) per Charles Renouard, detto La Touane, tesoriere della Guerra Straordinaria; quasi subito il complessò fu acquistato da Paul Poisson de Bourvallais, un ricco “mercante”3Marie-Helene Didier, Renaud Serrette, Le Château de Champs, Paris, Éd. du Patrimoine, 2006; Jean Vallery-Radot, Nationalmuseum (Sweden), Dessins du Nationalmuseum de Stockholm, collections Tessin & Cronstedt I [Exposition consacrée à] Claude III Audran [et] Dessins d’architecture et d’ornaments, Paris, Bibliothèque Nationale, 1950, p. 55; Kenneth Woodbridge, voce Champs in Geoffrey Jellicoe, Susan Jellicoe Patrick Goode, Michael Lancaster (edited by), The Oxford companion to gardens, Oxford, Oxford University Press, 2001, p. 105.. Nel 1710 il paesaggista Claude Desgot (1658– 1732) fornì i disegni per il parco. Nel 1718 il castello passò brevemente in proprietà alla principessa di Conti Maria Anna di Borbone (1666–1739), figlia maggiore legittimata di Luigi XIV, che lo vendette al cugino Duca di La Vallière e per via ereditaria passò al figlio Louis César de La Baume Le Blanc (1708–1780). Nel 1747 Louis César de La Baume commissionò a Christophe Huet (1700–1759) il salone decorato con quelle che vengono considerate tra le migliori cineserie in Francia 4Hugh Honour, L’arte della cineseria immagine del Catai, Firenze, Sansoni, 1963, p. 107. Alice S. Legé, Les Cahen d’Anvers, pp. 226-231. Alice S. Legé, L’opera di Henri e Achille Duchêne, op. cit., pp. 152-165., nello stesso periodo i giardini vennero migliorati. Sono questi gli anni in cui il castello venne frequentato da Voltaire (1694–1778), De- nis Diderot (1713–1784) e da Jean-Baptiste Le Rond d’Alembert (1717–1783). Tra il 1757 e il 1759 la proprietà venne affittata da Madame de Pompadour che vi spese cifre notevoli 5Più di duecentomila livres per rinnovarlo a suo piacimento, James McAuley, The house of fragile things, op. cit., pp. 239-245.. Nel 1763 fu venduto a Gabriel Michel de Tharon (1702–1765), co-direttore della Compagnia delle Indie e passò in eredità alla figlia Henriette Marbœuf (1738–1794). Nel 1794 Henriette fu condannata a morte durante il Regime del Terrore e l’edificio e il parco vennero devastati. Nel 1802 il parco venne trasformato in giardino all’inglese e dopo altri passaggi di proprietà il complesso fu comprato nel 1895 da Louis Cahen d’Anvers 6Renaud Serrette, Sébastien Boudry, The quest for authenticity in the restoration of Champs-sur-Marne: the Cahen d’Anvers castle, in International Conference ICOM DEMHIST-ARRE; Authenticity in the Conservation of Historic Houses and Palace-museums: Proceedings of the International Conference Held at the Palace of Compiegne and Palace of Versailles, 7-11 October, 2014, p. 26., una mos- sa particolarmente azzeccata perché “di tutti i siti con invidiabile patronato reale, almeno agli occhi del collezionista di fine Ottocento, pochi potevano superare Champs-sur-Marne” 7James McAuley, The house of fragile things, op. cit., pp. 239-245. 283 Jacques d’Antan, La Rénovation des jardins et parcs a la française par le Duchêne, op. cit., pp. LXXXIII-LXXXIV.. Il restauro dell’edificio fu affidato a Walter-André Destailleur (1867–1940), figlio dell’architetto che aveva costruito la residenza parigina di Louis e Louise, per il parco la scelta cadde su Henri e Achille Duchêne che recuperarono, un metro sotto terra 8Jacques d’Antan, La Rénovation des jardins et parcs a la française par le Duchêne, op. cit., pp. LXXXIII-LXXXIV., le tracce dell’antico parterre de broderie e lo riproposero con siepi di bosso separate da sabbia rossa (figg. 41-42). Per i Duchêne questo fu il secondo grande cantiere dopo Vaux Le Vi- comte, il luogo di nascita dello stile francese creato da André Le Nôtre. A Champs i due paesaggisti riuscirono ad interpretare “i dati oggettivi dell’arte del secolo d’oro adattandoli a una nuova richiesta socio-economica tipicamente contemporanea” 9Monique Mosser, I Duchêne, op. cit., pp. 442-446. “Champs a la Majesté des Jardins français du XVII siècle et le charme des créations modernes”, Albert Maumené, Les parterres du Château de Champs, in ‘La Vie à la campagne, Travaux,Produits, Plaisir’, Vol. I, N. 9, 1 Février 1907, pp. 270-275.. Col restauro di Champs l’avvicinamento di Louise e Louis Cahen alle memorie dei reali poteva ritenersi quindi completato: nel 1878 Louise aveva formato la collezione di lacche giapponesi simili a quelle tanto amate da Madame de Pompadour e da Maria Antonietta, negli anni i Cahen avevano acquistato per la loro collezione ritratti di Luigi XIV da bambino e un ritratto a figura intera di Luigi XV 10Elizabeth Melanson, The Influence of Jewish Patrons, op. cit. pp. 1-16., ora potevano confrontarsi nientemeno che con Vaux e Versailles. La prospettiva principale di Vaux terminava, dopo un chilometro, con una replica dell’Ercole Farnese 11Una copia della famosa statua ellenistica ritrovata nel 1546 era già presente nel 1661 nel parco di Vaux, ma andò persa in seguito all’abbandono del giardino. L’industriale Alfred Sommier (1835-1908), che aveva comprato nel 1875 quanto restava del complesso, decise di ricollocare una copia dell’Ercole Farnese facendola realizzare nel 1891, in bronzo dorato, dallo scultore Joseph Tournois (1831–1891)., anche i Cahen posero, pressochè alla stessa distanza, una replica, ma in questo caso si trattava del famoso gruppo di Versailles Chevaux du Soleil pansés par des tritons – Cavalli del Sole strigliati dai tritoni, che era stato scolpito da Gaspard e Balthazar Marsy tra il 1666 e il 1674 12Inizialmente venne collocato nella grotta di Teti, a sinistra della Reggia, spostato più volte nel corso del tempo, attualmente è stato posto all’interno e sostituito da una copia. (fig. 43). Il gruppo fu notevolmente aumentato nelle dimensioni: l’originale supera di poco i due metri di altezza, col piedistallo quello di Champs arriva a nove metri e pesa 70 tonnellate. Un altro riferimento alla Reggia per antonomasia lo ritroviamo nei vasi di marmo di Champs che, insieme a quelli da Vaux, sono copie di quelli di Versailles 13Pierre-Hippolyte Pénet, Le vase sculpté dans les jardins de Versailles sous Louis XIV, In: ‘Versalia. Revue de la Société des Amis de Versailles’, n°19, 2016, pp. 201-214.. Nel momento di massimo splendore con Louise e Louis il complesso contava venti collaboratrici domestiche, dodici guardacaccia e sessanta giardinieri 14Jenny Lebard, Le Château de Champs, op. cit... Tra gli ospiti si ricor- dano la ballerina Isadora Duncan (1877–1927) e il re di Spagna Alfonso XIII (1886–1941) e Proust che frequentò Champs tra il 1902 e il 1914.

Fig. 43 – Etienne Picart (1632-1721): Il gruppo scultoreo Chevaux du Soleil pansés par des tritons di Gaspard e Balthazar Marsy.
Note
- 1Jean Vien, Par Mont set par Vaux, le Chateau de Champs, in ‘La photo pour tous: revue mensuelle de photographie et de Cinématographie d’Amateurs’, 13
année, n. 146, Février 1936, pp. 35-36. - 2Jenny Lebard, Le Château de Champs à Champs sur Marne, presentazione nel convegno “Curating the Jewish Country House”, University of Oxford 05 & 06 March 2018.
- 3Marie-Helene Didier, Renaud Serrette, Le Château de Champs, Paris, Éd. du Patrimoine, 2006; Jean Vallery-Radot, Nationalmuseum (Sweden), Dessins du Nationalmuseum de Stockholm, collections Tessin & Cronstedt I [Exposition consacrée à] Claude III Audran [et] Dessins d’architecture et d’ornaments, Paris, Bibliothèque Nationale, 1950, p. 55; Kenneth Woodbridge, voce Champs in Geoffrey Jellicoe, Susan Jellicoe Patrick Goode, Michael Lancaster (edited by), The Oxford companion to gardens, Oxford, Oxford University Press, 2001, p. 105.
- 4Hugh Honour, L’arte della cineseria immagine del Catai, Firenze, Sansoni, 1963, p. 107. Alice S. Legé, Les Cahen d’Anvers, pp. 226-231. Alice S. Legé, L’opera di Henri e Achille Duchêne, op. cit., pp. 152-165.
- 5Più di duecentomila livres per rinnovarlo a suo piacimento, James McAuley, The house of fragile things, op. cit., pp. 239-245.
- 6Renaud Serrette, Sébastien Boudry, The quest for authenticity in the restoration of Champs-sur-Marne: the Cahen d’Anvers castle, in International Conference ICOM DEMHIST-ARRE; Authenticity in the Conservation of Historic Houses and Palace-museums: Proceedings of the International Conference Held at the Palace of Compiegne and Palace of Versailles, 7-11 October, 2014, p. 26.
- 7James McAuley, The house of fragile things, op. cit., pp. 239-245. 283 Jacques d’Antan, La Rénovation des jardins et parcs a la française par le Duchêne, op. cit., pp. LXXXIII-LXXXIV.
- 8Jacques d’Antan, La Rénovation des jardins et parcs a la française par le Duchêne, op. cit., pp. LXXXIII-LXXXIV.
- 9Monique Mosser, I Duchêne, op. cit., pp. 442-446. “Champs a la Majesté des Jardins français du XVII siècle et le charme des créations modernes”, Albert Maumené, Les parterres du Château de Champs, in ‘La Vie à la campagne, Travaux,Produits, Plaisir’, Vol. I, N. 9, 1 Février 1907, pp. 270-275.
- 10Elizabeth Melanson, The Influence of Jewish Patrons, op. cit. pp. 1-16.
- 11Una copia della famosa statua ellenistica ritrovata nel 1546 era già presente nel 1661 nel parco di Vaux, ma andò persa in seguito all’abbandono del giardino. L’industriale Alfred Sommier (1835-1908), che aveva comprato nel 1875 quanto restava del complesso, decise di ricollocare una copia dell’Ercole Farnese facendola realizzare nel 1891, in bronzo dorato, dallo scultore Joseph Tournois (1831–1891).
- 12Inizialmente venne collocato nella grotta di Teti, a sinistra della Reggia, spostato più volte nel corso del tempo, attualmente è stato posto all’interno e sostituito da una copia.
- 13Pierre-Hippolyte Pénet, Le vase sculpté dans les jardins de Versailles sous Louis XIV, In: ‘Versalia. Revue de la Société des Amis de Versailles’, n°19, 2016, pp. 201-214.
- 14Jenny Lebard, Le Château de Champs, op. cit..